Lo scorso 2 aprile, dopo un parapiglia scoppiato all'andata, l'Aurora si è presentata a giocare sul campo del Prato con la scorta delle forze dell'ordine.
La società di Sestri Levante non ha voluto mai commentare la scelta. Ma il Prato chiede spiegazioni.
Ecco il comunicato della società genovese.
PASSIONALI NON DELINQUENTI…Dopo una settimana di riflessione desideriamo fare chiarezza su quanto accaduto due domeniche fa sul campo Vallebona di Bavari. Nello scorso mese di dicembre, al termine della partita d’andata con lo Sporting Club Aurora, scoppiò un parapiglia, nel corso del quale un giocatore dell’Aurora colpì con un violento colpo al volto un nostro tesserato. Ebbene, non ci sentiamo responsabili di quel fine partita all’Andersen di Sestri Levante, così come non giustifichiamo possa essere quello il motivo per cui abbiamo visto l’Aurora presentarsi lo scorso 2 aprile, in occasione dell’incontro di ritorno, scortata da uno spiegamento di forze dell’ordine mai visto in prima categoria: Digos, Scientifica, Carabinieri e Polizia! Tutto ciò dovuto, secondo i nostri avversari, al volere della Federazione: salvo poi vederli rintanati in un assordante silenzio stampa, che per noi equivale a più di una confessione. Siamo stanchi di essere etichettati per ciò che non siamo, siamo stufi di vedere un gruppo di ragazzi macinare chilometri ogni domenica per tifare, cantare e sostenere la propria squadra, trattato come un branco di delinquenti a causa di una coreografia: Prato non è il Bronx! Esigiamo rispetto! A questo punto chiediamo allo Sporting Club Aurora 1975 la loro versione dei fatti, anziché nascondersi dietro ad un no comment, che invece di evitare polemiche alimenta solo sospetti ed incomprensibili tensioni. Da chi ha causato tutto ciò PRETENDIAMO l’onestà di riconoscere le proprie colpe e la dignità di scusarsi con i nostri tesserati, i tifosi e tutta la circoscrizione di Prato.