E' un ammiratore della pallanuoto combattuta con il sangue agli occhi e seguita da una tribuna calda e competente. In altre parole, Francesco Marciano, secondo bomber della Chiavari Nuoto, dietro Barrile, non vede l'ora di scendere in vasca a Camogli.
<La suppongo - dice il prossimo ingegnere navale - come una partita bella, aperta, seguita da un pubblico appassionato, magari anche con le mani in faccia, proprio come piace a me. A Camogli sono sempre arrivato da avversario e ho sempre riscontrato questa caratteristica, anche da ragazzo, quando giocavo con la giovanili del Nervi...
Botte da orbi e grande agonismo...E sugli spalti sempre persone anche di mezza età; significa che al Boschetto si respira la storia e la tradizione di questo sport>.
Per vincere però occorre che cambiate marcia...
<Noi siamo sempre partiti per vincere. Abbiamo perso da Imperia, Florentia e Promogest semplicemente perchè sono squadre più strutturate di noi. Con la differenza che contro i sardi avremmo potuto giocarcela, se non avessimo commesso errori evidenti e determinanti.
Un errore non è importante in una gara in cui vinci con molto scarto. Pero', siccome giochiamo quasi sempre sul filo di un gol di distacco, certi errori ci provocano dei gol al passivo che noi fatichiamo a rimontare...E poi andiamo giù di morale e ne subiamo altri. Tuttavia nell'economia del campionato non vedo altre squadre, oltre queste tre, superiori a noi. Siamo al livello delle altre, se non sopra>.
Che cosa vi manca e qual è il tuo rapporto con il tecnico Mangiante?
<Siamo un po' corti come numero e alla fine la fatica, se incide sugli stessi, si fa sentire; inoltre alcuni sono al primo anno di A2 e l 'esperienza conta...Per contro i giovani portano entusiasmo e fra qualche anno avremo una squadra formata.
Con "Ea" il rapporto è ottimo. Quando lui era giocatore il rapporto era fra compagni, quindi molto "intimo". Fuori dalla vasca ora nulla è cambiato. Ma in allenamento o in partita è diventato colui che ci insegna, ci incoraggia, ci sgrida, ci impartisce ordini.
Amico o non amico, se ci dice di tenere un determinato comportamento, dobbiamo adattarci. In una parola sola il mio atteggiamento e quello dei miei compagni si può definire rispetto>.