Il campionato di Serie D è uno dei più complicati del calcio italiano: una categoria difficile, in mezzo al sogno del salto nel professionismo ed il “baratro” della retrocessione in Eccellenza. Ma la Serie D è anche un campionato che dà molto spazio ai giovani e, in tal senso, le società che lavorano meglio con il settore giovanile partono avvantaggiate rispetto alle altre.
E’ il caso della Lavagnese, club ligure che da tredici stagioni milita nella massima categoria del calcio dilettantistico e che sta cullando il sogno della promozione in Lega Pro, alla luce della classifica del Girone A che la vede a soli tre punti dalla vetta. MondoPrimavera.com ha contattato il direttore sportivo Simone Adani per fare due chiacchiere sull’ottima annata e sulle prospettive della squadra bianconera, da dove sono passati anche talenti come Abdullahi Nura e Umar Sadiq, adesso entrambi alla Roma:
Buonasera signor Adani. La Lavagnese sta disputando una stagione su alti livelli: guardando la classifica, la promozione in Lega Pro è più un sogno o un obiettivo?
“Diciamo né l’uno, né l’altro – spiega Adani -, siamo partiti ad inizio anno consapevoli della qualità della rosa e poi, strada facendo, abbiamo visto che in questo girone non c’è una squadra che può ammazzare il campionato. Ci siamo dunque resi conto che possiamo giocarci, con molta serenità, le nostre chance, senza l’assillo di dover vincere per forza. Non siamo lì per caso, speriamo di rimanerci il più possibile ed arrivare a fine campionato nelle prime posizioni. A quel punto, se arriverà una storica promozione, non sarà più né un sogno né un obiettivo, ma una realtà che ci saremo meritati. Però, ripeto, non c’è l’assillo di vincere ad ogni costo“.
In Liguria c’è già stato un altro “miracolo sportivo”, ovvero quello della Virtus Entella. Chiavari e Lavagna sono praticamente divise da un fiume: pensa che un cammino simile sia replicabile?
“E’ auspicabile ma è difficile, per un motivo semplice: l’Entella ha un presidente di livello mondiale con disponibilità importanti. Ha fatto investimenti di tutto rispetto, si può permettere stipendi più alti e anche ai tempi della Serie D era così. Detto questo, anche il nostro presidente ha tanto da dare al calcio sia a livello economico che sotto altri aspetti. Qui a Lavagna abbiamo un pò di problematiche legate all’impianto e un doppio salto credo sia molto difficilmente replicabile, ma nella vita come nel calcio non si può mai dire. Se dovesse succedere, questo è certo, non ci faremo trovare impreparati“.
Parliamo di giovani: quanto è importante, in un campionato come la Serie D, lavorare bene con i propri giovani e stringere collaborazioni con club di categoria superiore? Penso ai buoni rapporti con la stessa Entella e con lo Spezia…
“Attualmente abbiamo due giovani di proprietà che giocano in pianta stabile tra i grandi, mentre gli altri li abbiamo presi da società nei dintorni. Quando, a inizio anno, ho iniziato a costruire la squadra, l’ho fatto partendo dalla base, cioè dai giovani. Nella Lavagnese stanno facendo molto bene Oneto, classe ’96 proveniente dall’Entella, e Brusacà, coetaneo arrivato dal Genoa. Sono rispettivamente un terzino destro ed un difensore centrale e sono, a mio avviso, due dei migliori giovani della categoria. Cerchiamo di lavorare bene anche con il nostro vivaio: abbiamo 350 tesserati e la Juniores è la testimonianza dell’ottimo lavoro che svolgiamo. Ci sono dei ’98 di prospettiva che, un domani, potrebbero salire in Prima Squadra. Lavorare bene con i giovani è il vero segreto di una società”.
Quali sono le differenze principali tra i giovani che hanno già alle spalle un anno di Serie D rispetto a quelli provenienti da una Primavera?
“I ragazzi che arrivano dalla Primavera sono, diciamo, schematizzati. Hanno una precisa metodologia di allenamento, di comportamento e ritmi diversi. In Serie D ci sono ritmi alti e credo che un’esperienza tra i dilettanti sia molto formativa per un giovane: posso parlare di quelli arrivati qui da una Primavera e affermo che sono diventati dei giocatori. Qui sono obbligati a crescere. Poi è chiaro, ce ne sono alcuni talmente bravi che passano direttamente in Prima Squadra tra i professionisti, ma la maggior parte di loro scende in Serie D a farsi le ossa”.
Dando uno sguardo al mercato, recentemente avete concluso uno scambio con lo Spezia: Okereke è andato agli aquilotti, mentre Salomone ha fatto il percorso inverso. Cosa può dirmi su questi due ragazzi?
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