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CALCIO | 25 novembre 2013, 10:00

Il numero perfetto di Massimiliano Zanasi e quella maglia che è già speciale

Tre come il numero di maglia di Mario Mai. Tre come i gol segnati dalla sua squadra nell'incontro di sabato. Tre come i punti ottenuti in classifica. "Ecco perché sabato sapevo già che avrei vinto questa partita e al triplice fischio, ho sentito l'applauso di Mario e con lo sguardo rivolto al cielo gli ho detto grazie"

Il numero perfetto di Massimiliano Zanasi e quella maglia che è già speciale

Tre, il numero perfetto. Tre il numero perfetto di Massimiliano Zanasi, allenatore del San Lorenzo della Costa, primo in classifica in Seconda categoria. Tre come il numero di maglia di Mario Mai. Tre come i gol segnati dalla sua squadra nell'incontro di ieri. Tre come i punti ottenuti in classifica. 

Tutto inizia venerdì sera, a Villa Durazzo, a Santa Margherita, dove si è tenuta una serata in ricordo di Mario Mai, il quarantaduenne sammargheritese scomparso tragicamente in un incidente stradale a Nervi, a settembre. Massimiliano e Mario erano amici. Grandi amici. Nel corso della serata, a sfondo benefico, sono state battute all'asta diverse magliette da calcio: da Pirlo a Kakà, passando per Birsa, Gilardino, Kristicic. C'era anche una maglia particolare: quella della Sammargheritese, con il numero 3. Come quelle che indossava, da ragazzino, Mario Mai.  Zanasi è riuscito ad aggiudicarsela, praticamente di diritto, e, sabato pomeriggio, prima di partire per la trasferta di Moneglia, l'ha indossata sotto la tuta del San Lorenzo della Costa.

"Oggi big match, prima contro seconda. Sarà una battaglia e... io l'affronto così": questo il suo post su Facebook.  Sul campo di Moneglia, festa grande per il San Lorenzo: tre gol segnati, tre punti in classifica. E quella maglia arancione numero tre che è subito diventata portafortuna. "Non me la tolgo più - sorride Zanasi -. Ha le maniche lunghe ma fino a maggio sarà sotto la tuta per ogni partita di campionato".

"3 semplicemente 3, ti fermi un attimo e alla fine scopri che era semplicemente un 3. Vorrei pronunciare queste parole di pancia e di anima su questo numero 3 che ha poco di casuale e molto invece di Cuore, perché sono ancora dentro di me l'aria e l'amore che si respiravano e si toccavano venerdì sera a Villa Durazzo, ma proverò a spiegare il perché della non casualità di questo magico numero 3 - racconta Zanasi -. Sabato avevo una partita importantissima, perché ti capita poche volte di essere primo e giocare contro la seconda, dove non ti giochi solo la posizione in classifica ma anche la consapevolezza, la certezza e la credibilità dentro di te. Io ci sono andato senza tensioni, senza incertezze, senza timori perché avevo delle certezze, e me le davano quella maglia così particolare che mi sono messo sotto a tutto il resto, con quel semplice 3. Il 3 è il numero perfetto, ha molti significati storici e culturali, ma mi è capitato di leggere un significato che di più non può rendere l' idea di quello che definisco un uomo numero 3".

Ecco il concetto cosi inteso da Zanasi: "La persona del 3 generalmente è ottimista e ama decorare tutto ciò che circonda la sua vita. Le sue azioni sono sempre accompagnate da entusiasmo e grande partecipazione esternando, al contempo, la sua forte potenzialità interiore. Le persone rappresentate dal 3 trovano la loro giusta dimensione nel rapporto con gli altri, condividendo idee, pensieri ed emozioni. Generalmente allegre, cordiali e con uno spiccato senso di umorismo, i 3 hanno un’innato potere di coinvolgimento riuscendo a contagiare le persone che ruotano intorno al loro mondo. Giudicate, a volte, come persone frivole, sono spesso ricercate per godere della loro compagnia ".

Ancora Zanasi: "Ecco perché sabato sapevo già che avrei vinto questa partita, perché queste parole rispecchiano in pieno Mario, l'uomo numero 3. Mario che sicuramente avrà applaudito. Al triplice fischio, ho sentito quell'applauso e con lo sguardo rivolto al cielo gli ho detto GRAZIE". Tre a zero, tre punti, tre semplicemente tre.

Gabriele Ingraffia

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