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CALCIO | 29 ottobre 2013, 09:05

Il Leivi si gode il ruolo di vice capolista

Successo sul Casano in rimonta al Comunale di Chiavari. Siri:”Contento per i ragazzi. Ora è dura dirgli di giocare per la salvezza. Ma è la verità”. La cabala del telefonino in panchina usato come cronometro.

Gianni Siri, per lui sabato al fischio finale una gioia incontenibile.

Gianni Siri, per lui sabato al fischio finale una gioia incontenibile.

Chi l'avrebbe mai detto: Val d'Aveto prima e Leivi secondo nel girone D di Prima categoria. Passi per la prima, ma il Leivi al secondo posto era difficile da immaginare.

Ma i biancorossi di Gianni Siri stanno scrivendo una bellissima storia. Sabato al Comunale di Chiavari sono andati in svantaggio, hanno capovolto il risultato e poi si sono difesi addirittura in nove con il portiere Crociani che ha parato anche un rigore. “Solo con un grande gruppo si riescono a fare certe cose – dice il tecnico Gianni Siri -. E sabato i ragazzi sono stati commoventi. Sono contento per loro anche se devono capire che i nostri obiettivi non cambiano e hanno a che fare con la salvezza”.

Parlare di mantenimento della categoria in questo momento non è facile in casa del Leivi. E Siri non nasconde le sue difficoltà. “Bisognerebbe guardare i giocatori in faccia quando parlo di salvezza – sorride -. Lo so, sembra tutto facile. Ma arriveranno i momenti duri. A oggi posso dire che abbiamo quasi la metà dei punti che ci servono per salvarci. Se poi alla squadra piace stare nei piani alti del campionato sa come fare”.

La gioia sabato alla fine della partita è stata tanta. Anche Siri si è lanciato in mezzo ai tifosi. “Forse ho un po' esagerato – sorride -. Però abbiamo sofferto molto nel finale in nove contro undici. Ma tutti hanno dato il massimo. Un nome? Faccio quello di Rei che per caratteristiche probabilmente è quello meno adatto a fasi di gara sulla difensiva. Invece è stato ammirevole per l'impegno. La sofferenza finale è derivata anche dal fatto che nessuno sapeva più quanto mancava”.

Tutta colpa, si fa per dire, di Nicola Portoricco che è entrato nel finale a dare manforte alla squadra. Il direttore sportivo, però, quando è in panchina, è colui che controlla lo scorrere del tempo. “C'è una cabala – dice Siri -. Lui prende il mio telefonino e fa partire il cronometro. Ma poi continua lui a leggerlo perchè io con la tecnologia non ci capisco niente. Quando è entrato in campo ci siamo trovati persi anche perchè il gioco era rimasto fermo a lungo a causa di un infortunio abbastanza serio ad un avversario. Così nessuno sapeva più quanto mancava. Ecco perchè la gioia nel finale è stata incontenibile”.



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