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ATTUALITA' | 24 ottobre 2013, 09:00

"I Comuni sono in grado di gestire da soli piani di prevenzione degli allagamenti?"

Jolanda Pastine, consigliere comunale di Santa Margherita, capogruppo di "Progetto per Santa" propone questa riflessione. “Purtroppo le cifre in gioco per i lavori previsti sono irraggiungibili. Sono solo commisurate ai rischi connessi ad un’inondazione. Rischi che i sammargheritesi hanno già visto materializzarsi negli anni passati”

"I Comuni sono in grado di gestire da soli piani di prevenzione degli allagamenti?"

Il crollo del ponte di Carasco, dopo le intense piogge, apre ad una importante riflessione: i  Comuni sono in grado di gestire da soli piani di prevenzione degli allagamenti per impedire simili emergenze?

Il Piano di Bacino, relativamente al comprensorio di Santa Margherita Ligure  parla chiaro e fornisce precisi imput e raccomandazioni  agli Amministratori Locali per intervenire. “Purtroppo  le cifre in gioco per i lavori previsti  sono irraggiungibili per gli stessi comuni – specifica il capogruppo Jolanda Pastine -. Sono solo commisurate ai rischi connessi ad un’inondazione. Rischi che i sammargheritesi hanno già visto materializzarsi negli anni passati”.

Lo stesso Piano impone due interventi. Il primo urgentissimo e consistente nella ripulitura degli alvei dei fiumi  e dei torrenti, come del resto la pulizia delle cavitoie stradali. Doverosa anche la pulizia periodica dei tombini, con aspirazione del materiale depositato nel tempo.

Il secondo intervento è la realizzazione dell’ormai famoso “Canale Scolmatore” con un costo stimato di circa 20 milioni di Euro. Solo questo intervento indurrà quella tranquillità che il cittadino ha il diritto di pretendere dai suoi Ammnistratori. Visti anche il cambiamento climatico in corso, il problema  allagamenti e alluvioni ha registrato negli ultimi anni una intensificazione  tale che è doveroso affrontare al più presto  il problema da ogni punto di vista, sia tecnico sia finanziario.

Occorre trovare un percorso comune impegnandosi anche a individuare finanziamenti previsti dalla Comunità Europea per  reperire  fondi da mettere a disposizione dei Comuni stessi,  ovviamente limitati nell’agire con le loro sole  forze, per un piano di prevenzione degli allagamenti che non può essere che extraterritoriale e nello stesso tempo integrato.  

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