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Serie D | 22 luglio 2013, 13:07

Daniele Nohman, professione bomber

Alla scoperta del nuovo attaccante della Lavagnese

Daniele Nohman in una foto di asticalcio.com

Daniele Nohman in una foto di asticalcio.com

Tra i tanti arrivi di questo mercato in casa Lavagnese, ce n’è uno che da anni fa rima con la parola “gol” ed è quello di Daniele Nohman. Romano, classe 1984, di professione punta centrale . Il sito internet lavagnese.com è andato a scoprire qualcosa in più di lui.

Innanzitutto, raccontaci come sei arrivato a vestire la maglia della Lavagnese?

«Da diversi anni sembravo sempre sul punto di sbarcare alla Lavagnese ma poi, per un motivo o per un altro, ogni estate tutto sfumava. Quest’anno invece loro cercavano un attaccante con le mie caratteristiche e tramite Claudio Poesio, mio ex-compagno di squadra, mi hanno contattato. E’ stato così che, nel giro di poco tempo, l’operazione si è chiusa e sono arrivato a Lavagna».

Negli ultimi anni hai girovagato un po’, cambiando squadra nel mercato invernale. Cosa succedeva?

«Lo scorso anno a Tortona eravamo partiti per fare un campionato da protagonisti ma poi per tanti motivi le ambizioni della società si erano dovute ridimensionare e quindi la dirigenza ha deciso di cedere alcuni elementi, tra i quali anche me. Sono quindi arrivato alla Sanbonifacese dove abbiamo lottato fino alla fine per vincere il campionato, perdendo poi i playoff. Quello però che a m fa sempre piacere ricordare è che con ogni società dalla quale sono partito, ha sempre mantenuto ottimi rapporti. Anche nella scorsa stagione, comunque, nonostante il cambio di squadra di metà campionato, sono arrivato in doppia cifra, con 6 reti con il Tortona e 8 con la Sambonifacese».

Tu, come ogni punta che si rispetti, vivi per il gol ma qual è stato il tuo record in una stagione?

«In serie D sono arrivato a segnare 21 reti con l’Asti nella stagione 2010/11, quindi appena tre anni fa, poi 18 gol a Voghera nel 2008, fino ai 14 di quest’anno. Un bottino niente male, direi».

Che tipo di punta sei?

«Sono una tipica punta centrale di movimento. Nel mio tipo di calcio c’è sia la fase di aiuto alla squadra, tornando magari a dar man forte ai compagni di centrocampo nella fase di non possesso, sia la fase in cui bisogna farsi rispettare con il fisico, quando c’è da fare da boa in avanti per dare tempo alla squadra di rifiatare o di salire. Sono insomma una punta che gioca per la squadra».

Preferisci ritagliarti il ruolo di unica punta solitaria o gradisci invece avere intorno un compagno in appoggio?

«A Tortona giocavamo con il 4-2-3-1 con tre giocatori nel ruolo di trequartisti ed io a fare da boa in mezzo alla difesa avversaria. Ad Asti, nella stagione delle 21 reti, giocavamo invece con il 4-3-3 con me centrale e due giocatori di movimento che mi ruotavano intorno. In entrambi i casi ho fatto parecchie reti, giocando anche un buon calcio, quindi tutto sommato non ho particolari preferenze. Diciamo che so adattarmi alle situazioni che l’allenatore mi richiede».

Cosa sai del gioco di mister Dagnino?

«Ho avuto modo di parlare con Dagnino fin dal primo momento e mi è sembrato davvero un’ottima persona. Dal punto i vista tecnico, credo proprio che i suoi risultati parlino per lui. Ha sempre fatto bene e ha sempre mostrato un buon calcio. Lo conosco abbastanza bene per averlo affrontato negli scorsi anni e mi sembra che la mancanza che forse la Lavagnese aveva era proprio quella di un punto di riferimento centrale là davanti, pur avendo in rosa degli ottimi giocatori ma con caratteristiche differenti. A volte, specialmente quando sei in un momento di difficoltà durante una partita, può far comodo avere a disposizione un attaccante che sia in grado di fare a sportellate con le difese avversarie, tenendo la palla e facendo risalire la propria squadra.

Proviamo a fare le carte alle prossime avversarie della Lavagnese. Come le vedi?

«Il Bogliasco, il Gozzano e la Novese stanno mettendo su delle ottime compagini e a mio parere possono far bene ma credo che in generale  quest’anno il campionato sarà molto più difficile, anche perché con la novità della Lega Pro Unica tutti si stanno attrezzando per quello che dovrà essere un vero e proprio doppio salto, allestendo già squadre molto competitive».

Chi dei tuoi ormai prossimi compagni potrebbe essere la vera sorpresa?

«Dei “vecchi” conosco molto bene Poesio, mio ex compagno e ottimo amico, oltre ai vari Avellino, Venuti e Garrasi per averli già affrontati varie volte come avversari ma un ragazzo che secondo me può fare davvero la differenza è Alessandro Geografo. Ha delle potenzialità incredibili, è molto giovane, appena vent’anni, ma ha già grandi qualità. Ho giocato con lui l’anno scorso Tortona e mi ha davvero impressionato. Può fare benissimo».

Daniele Nohman nasce a Roma nel 1984 ed inizia la propria carriera nelle categorie che contano nel 2001 nell’Ostia Mare, in serie D. Dopo un’altra stagione in Eccellenza nell’Ostia, il salto in C2 con la Fidelis Andria e, nel gennaio, il trasferimento all’Armando Picchi, nuovamente in D. Dal 2004 al 2007 Nohman resta in Toscana, prima nel Venturina e poi nel Pontedera, mettendosi in mostra come uno dei bomber più prolifici e affidabili, per poi passare al Voghera, dove esplode segnando ben 18 reti in 32 presenze. Nel 2008 arriva la chiamata del Pavia in serie C2, da dove poi prende nuovamente la strada per la serie D, passando per VercelliPomeziaAcqui ed Asti (annata esaltante quella del 2010/11 nella città dello spumante dove Nohman “brinda” al suo record personale di marcature, segnandone ben 21). La stagione 2011/12 è quella del ritorno in C2 con il Mantova in estate e il Gavorrano a dicembre, prima di tornare in D, lo scorso anno, al Tortona e, poi, alla Sambonifacese. Un bottino di 14 reti nella scorsa stagione e l’approdo alla Lavagnese.

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