Dal mare della Baia del Silenzio, alla nebbia di Gallarate. Dalla panchina del Sestri Levante, alla vita in famiglia di tutti i giorni. Ecco il nuovo Juary, che si è raccontato al settimanale Il Nuovo Levante. "Meno calcio, meno pressione, più famiglia, più felicità" sorride l’ex attaccante che, in carriera, ha vinto una Coppa dei Campioni con il Porto segnando il gol decisivo nella finalissima del Prater di Vienna contro il Bayern Monaco. Ha vinto poi anche una Coppa Intercontinentale, prima ancora era diventato (ed è tuttora) idolo dei tifosi dell’Avellino, per quel suo modo folkloristico di festeggiare un gol, danzando intorno alla bandierina.
La sua esperienza a Sestri Levante è terminata ad otto giornate dalla fine del campionato scorso. Juary aveva dato le dimissioni, dopo aver vinto un torneo di Eccellenza ed essere arrivato in finale di Coppa Italia. Al suo posto Fabio Fossati e per l’ex campione brasiliano, il primo pensiero va proprio a chi lo ha sostituito.
Fabio Fossati non è stato riconfermato sulla panchina del Sestri Levante, se lo aspettava?
“Sinceramente no. Fossati ha dimostrato, ancora una volta, di essere un bravo allenatore e meritava la riconferma. Purtroppo a Sestri Levante, piazza molto difficile per fare calcio, si è guardato più ad interessi economici che a meriti professionali. Per il bene della società, Fossati doveva rimanere>.
La Lavagnese, invece, ha confermato Andrea Dagnino ma ha quasi rivoluzionato la rosa.
“Se non sbaglio, sarà il quinto anno di Dagnino e ciò conferma la programmazione del lavoro della società, che è fra le più serie della serie D”.
Radiomercato, ad inizio estate, indicava Juary fra i papabili per la panchina del Bogliasco. Cosa c’era di vero?
“Ho ricevuto una chiamata dal presidente Giuseppe Perpignano, avrei anche dato la mia disponibilità. Poi è stato scelto Marco Sesia, un collega molto preparato ed esperto. Una scelta giusta. Auguro ogni bene al Bogliasco e al suo presidente, sperano possano fare bene e, chissà, arrivare in Lega Pro”.
Tre anni in Liguria, due campionati di Eccellenza ed uno di serie D: tante battaglie e tanti avversari. Di chi ha un ricordo particolare?
“C’è un giocatore che mi sarebbe piaciuto molto allenare: Andrea Boggiano”.
Boggiano è appena passato dal Chiavari Caperana alla Lavagnese.
“Ribadisco, Dagnino è un intenditore di calcio e la Lavagnese sceglie bene i giocatori. Dopo il campionato vinto di Eccellenza, alla mia società avevo richiesto Boggiano come primo rinforzo ma non è mai arrivato…”.
Fra i giocatori che ha allenato, quale l’ha maggiormente impressionata?
“Come gruppo, quello del primo anno di Eccellenza era il migliore. A livello di singolo, un giocatore come Ives Quintana è superiore a tutti gli altri per tecnica e temperamento”.
Quanto le manca Sestri Levante?
“Mi manca il mare di Sestri Levante e mi mancano tantissimo le passeggiate sulla sabbia. Mi mancano gli amici di Sestri Levante e i tifosi quelli veri. Il resto, invece, proprio non mi manca: le contestazioni, le continue polemiche, i denigratori… per certi versi sono contento di essere andato via. Comunque tornerò a Sestri Levante, prima o poi. È stata casa mia, sono affezionato e per sempre lo sarò”.
Quale sarà il futuro di Juary?
“Il presente, come detto, si chiama famiglia e qui a Gallarate sto bene. Ogni tanto faccio qualche torneo di beach soccer per vecchie glorie e quando mi invitano partecipo alle trasmissioni di SportItalia. Per il futuro… attendo una chiamata dall’estero. Se arriva la proposta interessante, sono pronto a rimettermi in discussione, anche lontano dall’Italia”.